
Si narra che un tempo i Goti entrarono in territorio romano come sudditi dell’imperatore per sfuggire agli Unni.
I Romani, ai quali servivano come guerrieri e come operai, volevano liberarsi dei capi, quindi li invitarono ad un banchetto con lo scopo di farli ubriacare e ucciderli.
Una volta iniziato il banchetto apparve subito chiaro che i Goti reggevano molto meglio il vino rispetto ai Romani!
Il piano saltò e i Goti iniziarono a devastare l’impero per circa un anno!
Ecco oggi Pier, fondatore del progetto “Oneonthehill” , vi darà qualche suggerimento per la scelta dei giusti vini che vi farà divertire a Natale e noi ci auguriamo lì reggerete meglio dei generali romani!
*SPOILER ALERT* vivrete una piccola degustazione digitale.
Cascina Baricchi – Neviglie
L’incontro con Cascina Baricchi è stato quasi per caso, circa un mese fa’, con la scusa di accompagnare la nostra vicina di casa ad acquistare il suo vino preferito e fare una scampagnata in mezzo ai vigneti.
Natale Simonetta ci ha accolto nella sua azienda (e dimora) e dopo un paio d’ore a chiaccherare di viticoltura sostenibile ci ha gentilmente chiesto se per caso volessimo assaggiare qualche vino di sua produzione.
Visage de Canailles, il suo metodo classico rosé, ci ha fatto letteralmente perdere la testa: la finezza dei migliori champagne, la struttura dell’uva nebbiolo e qualcosa di veramente unico e difficile da spiegare, quasi un marchio di fabbrica che lasci intendere che il vino sia vino di langa.
Il secondo vino è un 100% Timorasso, possibilmente l’uva bianca più promettente in Piemonte: complesso ed intrigante al naso, strutturato e quasi tannico in bocca.
Il terzo, presentatoci “alla cieca”, ha un colore rosso leggero, simile al nebbiolo. Al naso però, è tutto francese, e ci viene quasi da mettere in questione l’origine della bottiglia: imbottigliato come Vino Rosso, si rivela essere un Pinot Noir di qualità eccelsa, che nulla ha da invidiare ai migliori Cru di Borgogna.
Ciliegina sulla torta, il suo Barbaresco Riserva, che potrebbe essere definito come “uva nebbiolo interpretata da un francese”. Natale infatti arriva da anni di esperienza in borgogna, ed il suo stile è oggi una vera rarità nel nostro territorio.
Alberto Burzi – La Morra
Alberto Burzi è un vignaiolo di 32 anni di La Morra.
I suoi nonni, originari della zona, per anni hanno lavorato la terra di famiglia per vendere le uve a produttori più grandi, finché Alberto nel 2012 decise di cominciare la sua avventura personale.
La sua passione è talmente grande da penetrare nei suoi vini, una degustazione in cantina è un corso accelerato in viticoltura ed enologia. Per Alberto, il lavoro in vigna è fondamentale, e ci tiene moltissimo a condividere tutte le sue scelte con gli appassionati visitatori.
I vini.
Oltre ad essere giovane e pieno di energia, Alberto è anche un vignaiolo d’eccezione.
La sua interpretazione dell’uva nebbiolo è decisamente innovativa: il suo vino Nebbiolo è fresco, semplice, ed esalta le qualità floreali del vitigno. Verrebbe quasi voglia di metterlo un attimo in frigo e berlo come aperitivo. Il suo Barolo invece è classico e rispetta la tradizione: viti piantate durante la seconda guerra mondiale, macerazione lunga a cappello sommerso, botte grande.
In un’area come La Morra, famosa per vini meno tannici e più profumati, il suo Barolo è pronto già subito, mantenendo comunque un potenziale di invecchiamento di oltre 20 anni.
Anche la Barbera è molto interessante: l’impianto è ad alta intensità per favorire la competizione tra le viti ed una produzione di qualità. In questo modo inoltre, la barbera matura più in fretta, permettendo una vendemmia anticipata che dona al vino una freschezza naturale.
Non ci resta che procurarci i calici e brindare a queste feste!
Alla nostra!
Alla prossima, Fabio e Pier
